Membri del Parlamento norvegese appartenenti al Partito laburista al governo hanno ufficialmente presentato la candidatura di Malala Yousufzai, la giovane attivista per i diritti umani pachistana gravemente ferita alla testa in ottobre dai talebani, per il Premio Nobel per la Pace 2013. Lo scrive l'agenzia di stampa pachistana APP.
L'iniziativa, riferisce la pagina web dei laburisti norvegesi, è
stata firmata dai deputati Fredy de Ruiter, Gorm Kjernli e Magne
Rommetveit che hanno raccomandato l'assegnazione del Nobel a Malala "per
la sua coraggiosa battaglia per i diritti delle giovani all'istruzione;
il suo impegno è sembrato così minaccioso alle forze estreme che hanno
tentato di ucciderla".
I parlamentari hanno poi sottolineato che "lei rappresenta una
giovane generazione che usa i media sociali per far circolare nel mondo
il suo messaggio sui diritti delle giovani e sulla necessità che
esistano pari opportunità fra i sessi". Ricoverata in un ospedale di Birmingham dove ha trascorso alcuni mesi,
Malala (classe 1997) dovrà fra una settimana sottoporsi ad un nuovo
intervento per la definitiva ricostruzione del cranio nello stesso
ospedale britannico.
La giovanissima Malala è diventata famosa in tutto il mondo per il
suo attivismo nella lotta per i diritti civili e per il diritto allo
studio delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat, dove i
talebani con un editto ne hanno bandito il diritto. All'età di 13 anni
si è fatta conoscere per un blog, scritto per la BBC, nel quale
documentava il regime, contrario ai diritti delle donne, dei talebani
pakistani e la loro occupazione militare del distretto dello Swat.
Inoltre, è stata nominata per l'International Children's Peace Prize,
premio assegnato da KidsRights Foundation per la lotta ai diritti dei
giovani ragazzi.
Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa e al collo da
uomini armati saliti a bordo del suo pullman scolastico mentre tornava
da scuola. Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, si è salvata
dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Ihsanullah Ihsan, portavoce
dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità
dell'attentato, dicendo che la ragazza "è il simbolo degli infedeli e
dell'oscenità", aggiungendo che se fosse sopravvissuta, sarebbe stata
nuovamente attaccata.
Il coraggio di Malala mostra in concreto le potenzialità del "Girl
Effect", il modo in cui potrebbe cambiare il mondo se anche nei paesi
più poveri e meno rispettosi dei diritti umani le ragazze avessero la
chance di "scegliersi la vita" all'età di 12 anni. Come? Studiando, non
essendo obbligate al matrimonio e avendo la possibilità di vivere con
consapevolezza ogni fase della vita.
Nessun commento:
Posta un commento