E’ stata violentata domenica scorsa a Delhi. La ragazza, 23 anni,
studentessa di medicina, stava tornando a casa con un bus dopo le
lezioni. Cinque uomini sono saliti a bordo e l’hanno stuprata per oltre
tre ore e mezza con una spranga di ferro. Il ragazzo che era con lei
invece è stato picchiato a sangue.
La ragazza da due giorni è ricoverata a Delhi in terapia intensiva.
Ha subìto quattro operazioni chirurgiche nel tentativo di salvare
l’intestino che, secondo i medici, era in condizioni “disperate”.
Ora in tutta la capitale sono in corso manifestazioni di protesta
contro il governo centrale guidato dall’Indian National Congress (Inc) –
che controlla anche la municipalità di Delhi – responsabile della
mancata sicurezza di Delhi, soprannominata dall’opposizione in parlamento “la capitale degli stupri”.
C’è anche chi chiede la pena di morte per i colpevoli (che nel
frattempo sono stati arrestati). Ma per le strade di New Dehli serpeggia
una rabbia diffusa nei confronti di uno stato che non protegge le sue
cittadine. Di recente a seguito di uno stupro è morta anche una
ragazzina di 10 anni.
A guardare i dati infatti dire che viene da rabbrividire è dire poco. Nel
2012, nella sola città di Delhi, sono stati denunciati più di 630
stupri. Gli ultimi dati disponibili a livello nazionale, risalenti al
2010, parlano di oltre 22mila stupri denunciati nel Paese.
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