L’INDAGINE sull’omicidio di uno studente in Pakistan deve portare a un processo
(Sarfaraz Shah non era armato al momento dello sparo)
© AwazTV Network
9 giugno 2011
Ogni indagine riguardante l’omicidio di uno studente disarmato da parte della polizia paramilitare deve essere completa e imparziale e deve portare alla condanna dei colpevoli di questo crimine, ha detto oggi Amnesty International.
Sarfaraz Shah, 25 anni, è stato ucciso in un parco di Karachi mercoledì dai Karachi Rangers, un corpo paramilitare di polizia posto sotto la diretta dipendenza del Ministero degli Interni. .
"Tenuto conto del bilancio disastroso del Pakistan quando si tratta di processare responsabili dell’applicazione della legge coinvolti in omicidi , è essenziale che le autorità vadano fino in fondo in relazione a questo caso e assicurino che i colpevoli siano portati davanti alla giustizia” ha detto Sam Zarifi, Direttore di Amnesty International per la Sezione Asia-Pacifico.
"Il popolo pakistano sta perdendo rapidamente la pazienza a causa della dilagante illegalità e dell’impunità di cui godono le forze di sicurezza col pretesto che ciò serva a difendere la legge" ha aggiunto.
"A un certo punto il governo deve dimostrare che può dare giustizia ai propri cittadini , anche nei casi che coinvolgono agenti incaricati di fare applicare la legge,” ha detto.
Sequenze mostrate alla televisione pakistana mostrano un ranger che spara due volte a bruciapelo al venticinquenne .
Secondo I resoconti dei media locali Sarfaraz Shah era stato detenuto perchè sospettato di aver tentato una rapina a mano armata. Comunque nelle sequenze non c’è nessuna evidenza sul fatto che fosse armato al momento degli spari.
Il Primo Ministro della Provincia pakistana del Sindh ha ordinato un’inchiesta e ha sospeso dalle sue funzioni un funzionario di polizia.
Comunque nei precedenti casi di omicidio da parte di agenti di polizia Pakistani raramente le vittime hanno ottenuto giustizia.
Furono filmati poliziotti che facilitavano il linciaggio di due giovani a Sialkot il 15 Agosto del 2010. Sebbene sono stati successivamente arrestati sono stati poi tutti rilasciati su cauzione e i familiari delle vittime temono che le persone accusate di omicidio non siano riconosciute colpevoli.
Il 17 maggio a Quetta, Balochistan, membri dei paramilitari Corpi di Frontiera sono stati accusati di aver ucciso cinque persone apparentemente disarmate. Tra le vittime tre donne di cui una incinta. Le autorità provinciali hanno annunciato un’ inchiesta giudiziaria ma nessuno è stato arrestato né perseguito per questi omicidi.
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