La Commissione indipendente afghana per i diritti umani (Airch) lancia l’allarme per la diffusione in Afghanistan del fenomeno dei bacha bazì, i bambini ballerini: “Ci sono
molte leggi nel Paese, ma la legge contro questa pratica non è stata
attuata, nessuno è stato arrestato per questo tipo di sfruttamento” che è
molto simile alla pedofilia, ha denunciato ieri Suraya Subhrang,
commissario dell’Airch, citata dalla tv afghana Tolo. Per questo la
Commissione è determinata ad avviare un programma su livello nazionale
per fare luce sul fenomeno.
Le organizzazioni umanitarie hanno documentato numerosi casi di molestia sessuale nei confronti dei ragazzini maschi attraverso
questa sorta di spettacolo o di danza che i bambini fanno per una
platea soltanto maschile. La tradizione nasce dal fatto che nella
cultura afgana le bambine e le donne non possono ballare di fronte agli
uomini. Di solito questi piccoli attori vivono con un padrone o un protettore. E spesso diventano le vittime di abusi e stupri.
L’Airch, che ha chiesto la collaborazione delle organizzazioni della
società civile e degli apparati della sicurezza, aveva lanciato
l’allarme già il mese scorso denunciando come sempre più bambini e ragazzini afghani siano costretti ad abusi, a essere sfruttati come schiavi sessuali, a vestirsi da donne per danzare nelle feste riservate agli uomini. Secondo le denunce questa vecchia “usanza”,
proibita dal regime dei Talebani (1996-2001), è diffusa tra i ricchi e i potenti afghani. E il fenomeno è alimentato, stando all’Airch,
dalla povertá delle vittime e dei molti bambini sfollati e orfani nel Paese martoriato da decenni di guerre. Anche per questo resta uno degli abusi meno denunciati. L’Unicef ha più volte lanciato l’allarme.
l’allarme già il mese scorso denunciando come sempre più bambini e ragazzini afghani siano costretti ad abusi, a essere sfruttati come schiavi sessuali, a vestirsi da donne per danzare nelle feste riservate agli uomini. Secondo le denunce questa vecchia “usanza”,
proibita dal regime dei Talebani (1996-2001), è diffusa tra i ricchi e i potenti afghani. E il fenomeno è alimentato, stando all’Airch,
dalla povertá delle vittime e dei molti bambini sfollati e orfani nel Paese martoriato da decenni di guerre. Anche per questo resta uno degli abusi meno denunciati. L’Unicef ha più volte lanciato l’allarme.
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