giovedì 26 dicembre 2013

MALDIVES - Human Rights Commission of the Maldives: State failed to follow majority of February 8 recommendations.

State failed to follow majority of February 8 recommendations: HRCM thumbnail
Independent institutions and the government have failed to implement the majority of the recommendations given by following a investigation into human rights violations during a brutal police crackdown on opposition Maldivian Democratic Party (MDP) protesters on February 8, the Human Rights Commission of the Maldives (HRCM) has said.
Even after one and a half years, only three of the 17 recommendations regarding systemic issues have been fully implemented, HRCM President Mariyam Azra said at a press conference today.
The commission has not yet revealed which of the recommendations were implemented fully, or how much of the other specific recommendations have been implemented.
The report dated 28 May 2012 contained a total of 28 recommendations, 14 involving the Maldives Police Service (MPS) and seven involving the Police Integrity Commission (PIC).
Other institutions that the HRCM had proposed recommendations to were Maldives National Defense Force MNDF), the Department of Judicial Administration, Maldives Broadcasting Commission (MBC) and Ministry of Education.
HRCM recommended the the MPS and PIC investigate the “disproportionate” use of force in violation of police regulations . The report also stated that legal action should be taken against the officers responsible for such offences.
Both the Commission of National Inquiry (CNI) set up to investigate the transfer of power and the PIC had made similar recommendations regarding the police service.
Members of the PIC have labeled actions of some police officers on February 6, 7 and 8 as crimes and have asked the Prosecutor General to prosecute officers  and recommended Ministry of Home Affairs suspend them.
Meanwhile, more than hundred protesters are being charged with terrorism and obstructing police duty in connection to incidents that took place on the same day.
MDP has called the charges “politically motivated” and demanded they be dropped immediately.

venerdì 13 dicembre 2013

India: sconcertante sentenza della Corte suprema reintroduce la criminalizzazione dell'omosessualità.


Una sentenza della Corte suprema dell'India, che ha reso i rapporti fra adulti dello stesso sesso consenzienti un reato, rappresenta una giornata nera per la libertà in India, ha dichiarato oggi Amnesty International India.
"Questa decisione è un duro colpo ai
diritti all'uguaglianza, alla privacy e alla dignità", ha affermato G
Ananthapadmanabhan, chief executive di Amnesty International India. "E' difficile non sentirsi delusi da
questa sentenza, che ha portato l'India indietro di parecchi anni nel suo
impegno per proteggere i diritti fondamentali".

La Corte suprema ha ribaltato una sentenza storica dell'Alta corte di Delhi nel 2009, che aveva depenalizzato i rapporti fra adulti dello stesso sesso consenzienti. La Corte suprema ha affermato che la sezione 377 - che criminalizza il "rapporto carnale contro l'ordine della natura" - era costituzionalmente valida e ha dichiarato che il governo potrebbe adottare misure legislative per abrogare la legge.
L'Alta corte di Delhi aveva stabilito nel 2009 che la messa al bando delle relazioni omosessuali tra adulti consenzienti era discriminatoria e violava i diritti all'uguaglianza, alla privacy e alla dignità stabiliti nella costituzione indiana.
Il caso è stato inizialmente proposto dalla Fondazione Naz, un'organizzazione indiana per i diritti sessuali. A seguito della sentenza dell'Alta corte di Delhi nel 2009, un gruppo di enti privati​​, inclusi
i gruppi religiosi, si è appellato contro la decisione presso la Corte suprema.

Il governo centrale dell'India non si è appellato. Il procuratore generale ha detto alla Corte suprema nel marzo 2012: "Il governo indiano non trova alcun errore nella sentenza dell'Alta corte e ne accetta la correttezza".
Confutando affermazioni che l'omosessualità fosse "non indiana", il procuratore generale ha affermato: "L'introduzione della sezione 377 non era un riflesso dei valori e delle tradizioni indiane esistenti, piuttosto è stato imposto alla società indiana dai colonizzatori a causa dei loro valori morali".
Durante una revisione della situazione dei diritti umani in India al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2012, il governo indiano ha citato la decisione dell'Alta corte di Delhi per indicare il suo progresso in materia di diritti umani.
"Il governo dell'India ha detto che è a favore della depenalizzazione dell'omosessualità. Ora è il momento di agire sulla sua parola. Il parlamento deve immediatamente approvare una legislazione
per ripristinare i diritti e le libertà che sono stati negati oggi", ha concluso G Ananthapadmanabhan.


http://www.amnesty.it/India-sconcertante-sentenza-corte-suprema-reintroduce-la-criminalizzazione-di-omosessualita