martedì 30 novembre 2010

Amnesty si congratula con Asma Jahangir

18 Novembre 2010


Amnesty International si congratula con  Asma Jahangir, uno dei principali difensori dei diritti umani del  Pakistan, per la vittoria del Premio Bilbao per la Promozione di una cultura dei diritti umani, come riconoscimento del suo eccezionale contributo  alla promozione dei diritti umani nel mondo.

Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO ha deciso di conferire il premio Bilbao  alla signora  Jahangir   in riconoscimento del suo strenuo lavoro a difesa dei diritti umani.

Avvocato e attivista per i diritti umani  la signora Jahanghir ha sostenuto i diritti delle donne e dei minori, delle minoranze religiose, dei lavoratori forzati. Ha difeso inoltre il diritto alla libertà religiosa e alla libertà dalla discriminazione in Pakistan sfidando le ordinanze  Hudood e le leggi sulla blasfemia che sono  discriminatorie rispettivamente contro le donne e contro le minoranze religiose. E’ stata messa sotto arresto per le sue critiche allo stato di emergenza dichiarato dall’allora Presidente Pervez Musharraf nel novembre del  2007 e ha subito numerose minacce di morte per il suo lavoro volto a proteggere e promuovere i diritti del popolo pakistano.
Alla fine di ottobre è stata la prima donna a essere eletta Presidente dell'Associazione degli avvocati della Corte Suprema del Pakistan (Supreme Court Bar Association, Scba).La sua elezione alla più alta carica a cui un avvocato può aspirare può servire a rafforzare l’indipendenza della magistratura pakistana e  l’autorità della legge.
La sua prestigiosa carriera legale l’ha portata a una grande varietà di incarichi legali di alto profilo internazionale. Nel 1998 la signora Jahangir fu nominata relatrice ufficiale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni arbirtrarie, extragiudiziarie o sommarie. Nel 2004 ha lavorato come Relatrice delle Nazioni unite sulla Libertà o Credo Religioso. E’ stata di recente Presidente della commissione dei diritti umani del Pakistan prima di dimettersi a luglio per concorrere alla Presidenza dell'Associazione degli avvocati della Corte Suprema del Pakistan
Il premio sarà consegnato a Bilbao il 10 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani.


domenica 28 novembre 2010

Buone notizie dall'INDIA


INDIA
25 novembre 2010 –  UNA BUONA NOTIZIA!
India: Amnesty International accoglie con favore la commutazione della condanna a morte di un ragazzo

Amnesty International accoglie favorevolmente il verdetto della Corte Suprema Indiana che ha commutato la condanna alla pena capitale di Ramdeo Chauhan – un minore che all’epoca del delitto aveva circa 15 anni.

La condanna a morte di Ramdeo Chauhan era stata commutata in ergastolo dal Governatore dello stato dell’Assam con un atto di clemenza del gennaio 2002. La decisione del Governatore tuttavia era stata bocciata da un pronunciamento della Corte Suprema nel maggio 2009. In quella sentenza, la Corte aveva stabilito che la decisione del Governatore non era giustificata e che la commutazione della pena era stata concessa dopo l’intervento della Commissione Nazionale per i Diritti Umani (NHRC). Secondo la Corte si trattava di un atto che andava oltre il mandato della Commissione stessa poiché la Corte Suprema Indiana si era già espressa sul caso di Ramdeo Chauhan, confermando la condanna a morte.
  
Nell’ultimo verdetto espresso su questa causa e datato 19 Novembre 2010 la Corte Suprema Indiana ha ribaltato la  proprio deliberazione precedente affermando che la Commissione Nazionale  per i Diritti Umani aveva tutto il diritto di pronunciarsi sul caso Chauhan sebbene la Corte Suprema avesse confermato la condanna alla pena capitale. Di conseguenza, la Corte Suprema si è espressa a favore della decisione del Governatore di commutare la condanna a morte precedentemente inflitta a Ramdeo Chauhan.


Per ulteriori approfondimenti e notizie d’attualità: http://it.peacereporter.net//area/69/1/India

India


INDIA

1 novembre
India: Le autorità del Chhattisgarh  devono liberare immediatamente il prigioniero di coscienza Kartam Joga
Amnesty International ha seguito da vicino il caso di Kartam Joga, un attivista di etnia indigena che è stato imprigionato nello stato del Chhattisgarh, nell'India centrale. Kartam Joga, che ha 40 anni è detenuto presso la prigione del distretto di Dantewada dal 14 Septembre 2010. Amnesty International considera Kartam Joga come un Prigioniero di Coscienza. AI ritiene inoltre che le accuse rivolte a Joga sono di origine politica e rappresentano un pretesto per detenerlo a causa del suo attivismo politico che non ha mai contemplato nè l'uso nè l'istigazione alla violenza.  L'organizzazione per i diritti umani crede che le autorità dello stato del Chhattisgarh abbiano deciso di privarlo della libertà in risposta alle critiche della Corte Suprema. AI ritiene che il motivo reale della detenzione di Kartam Joga sia il suo impegno politico non violento di attivista del Partito Comunista Indiano (CPI) e membro eletto di un organo locale di autogoverno nonchè la sua attività di difesa dei diritti umani delle comunità adivasi.
 Nel 2007 Kartam Joga aveva fatto appello alla Corte Suprema Indiana denunciando le violazioni dei diritti umani nello stato del Chhattisgargh e la situazione di impunità delle forze di sicurezza e del Salwa Judum, ampiamente riconosciuto come un gruppo paramilitare sostenuto dallo stato e coinvolto in operazioni contro i gruppi maoisti armati nella regione di Bastar a partire dal 2005. Le accuse contro Joga includono la collaborazione con i Maoisti nell'imboscata e nell'omicidio di 76 agenti delle forse di Polizia (CRPF) del 6 Aprile 2010, l'assassinio di Budhram Sodi, un leader del partito di governo Bharatiya Janata Party (BJP) nel maggio del 2010, l'uccisione del padre di un ufficiale della polizia speciale legato alla CRPF nel mese di Agosto 2010 e l'attacco ad un automezzo e l'assassinio di 4 persone avvenuti il 7 Dicembre 2009.  L'arresto di Kartam Joga e le suddette accuse ai suoi danni si sono verificati dopo che la Corte Suprema Indiana ha criticato in data 31 Agosto del 2010 il governo del Chhattisgarh per essersi mostrato "totalmente vago e impreciso" nel rispondere alle numerose richieste avanzate dai due appelli inoltrati tre anni or sono per mettere fine all'impunità e alle violazioni perpretrate dal Salwa Judum e dalle forze di sicurezza impegnate nelle operazioni militari contro i gruppi maoisti armati a partire dal 2005. Il primo appello era stato presentato da Kartam Joga e da altri due attivisti del CPI mentre il secondo era stato inoltrato dalla sociologa Nandini Sundar, dallo storico Ramachandra Guha e da E.A.S. Sarma, un funzionario pubblico.
 Le accuse rivolte a Joga ed il suo arresto rappresentano un altro esempio evidente di come le autorità statali del Chhattisgarh prendano di mira coloro che a partire dal 2005 si sono costantemente impegnati  nella difesa dei diritti umani della comunità adivasi. Altri due difensori dei diritti umani nel Chhattisgarh, il dottor Binayak Sen e il cineasta TG Ajay, hanno trascorso rispettivamente due anni (dal 2007) e tre mesi (nel 2008) in prigione con l'accusa di aver collaborato con i maoisti prima di essere rilasciati su cauzione. Nel maggio del 2009, un altro difensore dei diritti umani, Himanshu Kumar e alcuni membri della sua organizzazione chiamata Vanvasi Chetna Ashram, che documentava le violazioni e gli abusi subiti dalle comunità adivasi, sono stati costretti a fuggire dall'area di Bastar in seguito alle persistenti vessazioni subite dalla polizia e dalle autorità locali.
Kartam Joga si è sottoposto a cure medice e ad una operazione chirurgica in seguito alle ferite riportate durante un pestaggio attuato ai suoi danni dai membri del Salwa Judum nel 2005. Da allora egli è stato in prima linea nella documentazione e nell'azione di denuncia di violazioni dei diritti umani ai danni della popolazione adivasi. Tra queste risutano più di 500 casi di omicidi arbitrari, episodi di violenza sessuale, stupro e incendio di villaggi delle comunità adivasi nonchè la deportazione di più di 30 000 adivasi avvenuta durante il conflitto del Chhattisgarh a partire dal 2005.

Comunicato stampa integrale in lingua inglese:
http://www.amnesty.org/en/library/asset/ASA20/031/2010/en/d7b90262-946e-4fb2-9b1e-4974cc01bc16/asa200312010en.html

mercoledì 24 novembre 2010

Pakistan: donna cristiana rischia l'esecuzione.

Aasia Bibi, donna pakistana cristiana, è stata condannata a morte in base alla legge sulla blasfemia del suo paese.
L'azione urgente è sul sito nazionale di Amnesty:
http://www.amnesty.it/condanna_a_morte_cristiana_pakistan_Aasia_Bibi  .
Firmate tutti l'appello!

martedì 23 novembre 2010

Buone notizie dal Pakistan!

Pakistan - Il 17 novembre 2010 Asma Jahangir è stata insignita di un
prestigioso riconoscimento delle Nazioni Unite, il Premio di Bilbao per la
promozione della cultura dei diritti umani. Jahangir, avvocata impegnata da
sempre nella difesa dei diritti umani, è stata in prima linea nella lotta
contro le leggi e le prassi discriminatorie in vigore in Pakistan. Per
questo, e per aver criticato lo stato d'emergenza introdotto dall'allora
presidente Musharraf, nel 2007 è stata posta agli arresti domiciliari e
minacciata di morte. Dopo aver ricoperto numerosi incarichi riguardanti i
diritti umani all'interno delle Nazioni Unite, è tornata a occuparsi della
promozione dei diritti umani nel suo paese.

lunedì 22 novembre 2010

Sms Solidale



COMUNICATO STAMPA 
                                                                                                                             
CS96-2010

UN SMS CONTRO LA MORTALITA’ MATERNA

Dal 21 novembre al 12 dicembre ogni messaggio o chiamata
al numero 45506 sosterra’ la campagna di Amnesty International

La mortalita’ materna e’ una delle piu’ insopportabili conseguenze della poverta’. Ogni anno nel mondo 350.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto. Molte di loro muoiono tra sofferenze atroci. Alcune a casa, senza l'assistenza di personale medico; altre mentre cercano di raggiungere un ospedale, a piedi, in auto o in motocicletta; altre ancora in un letto d'ospedale perche’ non sono state curate in tempo. La maggior parte di queste donne vive in poverta’ e risiede nei Paesi in via di sviluppo, tuttavia, anche nei cosiddetti Paesi ricchi le donne che appartengono a minoranze etniche vanno spesso incontro a ostacoli nell'ottenere l'assistenza sanitaria cui hanno diritto.

Per fermare questa tragedia Amnesty International ha lanciato una campagna mondiale per chiedere ai governi che l'assistenza ostetrica d'urgenza sia disponibile per ogni donna, che siano eliminati i costi che ostacolano l’accesso alle cure mediche di base e che sia rispettato e tutelato il diritto delle donne al controllo sulla loro vita sessuale e riproduttiva.

Dal 21 novembre al 12 dicembre 2010 e’ possibile sostenere la campagna di Amnesty International ‘contro la mortalita’ materna’ attraverso il numero 45506 inviando un sms del valore di 2 euro da cellulare privato Tim, Vodafone, Wind, 3 e CoopVoce o chiamando lo stesso numero da rete fissa e donare cosi’ 5 o 10 euro da Telecom Italia oppure 5 euro da Infostrada.

Grazie alle donazioni Amnesty International potra’ realizzare una serie di interventi concreti in Peru’, uno dei Paesi con il piu’ alto tasso di mortalita’ materna di tutta l'America Latina, in Sierra Leone, dove, piu’ che in qualsiasi altra parte del mondo, le donne rischiano di perdere la vita durante il parto, in Burkina Faso, dove ogni anno 2.000 donne muoiono per complicazioni legate alla gravidanza, e nei ricchi Stati Uniti d’America in cui, nonostante la spesa sanitaria sia tra le piu’ alte nel mondo, a morire sono ancora le donne che appartengono a minoranze etniche o a comunita’ native. 
Per ulteriori informazioni:
http://www.amnesty.it/index.html 

FINE DEL COMUNICATO                                                      
Roma, 18 novembre 2010
 

giovedì 18 novembre 2010

Benvenuti

Cari tutti benvenuti nel Blog del Coordinamento Sud-Asia della Sezione Italiana di Amnesty International. Con questo strumento intendiamo creare una finestra di dialogo con i lettori e vogliamo fornire informazione sulle condizioni dei diritti umani in Sud-Asia. Non esitate a contattarci per qualsiasi domanda, faremo il possibile per rispondervi.
Buona giornata e buon lavoro da tutto il Coordinamento Sud-Asia.