sabato 15 ottobre 2011

E il Bhutan si fece blu - la 'nuova via' del Bhutan?

Da Il Sole 24 ore.

Non è impresa facile salire a piedi nudi tra le valli del Bhutan fino al monastero di Paro, noto anche come il "Nido della tigre". Guru Rinpoche, il "secondo Bhudda", uno dei sacri maestri del buddismo tibetano, giunse in queste valli per meditare tra le cascate, a 5.300 metri di altitudine. La sua filosofia fondata sulla consapevolezza della natura mise in queste terre lunghe radici, divenendo un insegnamento per gli abitanti. Secondo la tradizione guru, Rinpoche era solito sotterrare in luoghi remoti dei terma: insegnamenti che sarebbero poi stati scoperti secoli dopo dai tertön, gli "scopritori di tesori". In questo modo gli insegnamenti più segreti si sarebbero rivelati al momento opportuno e alle persone giuste.

Leggende forse, ma qui in Bhutan sembra che un nuovo terma sia stato rivelato: una nuova filosofia di sviluppo, dove la ricerca della felicità buddista incontra la crescita sostenibile.Nel 1972 Jigme Singye Wanchuck viene incoronato re all'età di 16 anni. È un modernizzatore: apre il regno al turismo, fa costruire una serie di centrali idroelettriche, ma soprattutto coniuga buddismo con l'economia politica, creando il Gross National Happiness (GNH), la Felicità interna lorda. Un indicatore di sviluppo alternativo al PIL, il prodotto interno lordo, che misura la crescita di un Paese non in meri termini economici ma in base alla qualità del welfare dei suoi cittadini e dell'ambiente.

«IL GNH è un sistema complesso», spiega emergendo da un minuto di silenziosa meditazione Lyonpo Khandu Wanchuk, ministro dell'educazione bhutanese, «che si fonda sulle premesse che il desiderio più grande di ogni essere umano è la felicità, in senso profondo. Noi dobbiamo creare le condizioni per creare questa felicità. Per questo dobbiamo seguire i quattro pilastri necessari della Felicità Interna Lorda: sviluppo economico e sociale sostenibile, conservazione dell'ambiente e lotta ai cambiamenti climatici, preservazione della cultura millenaria del Bhutan e della sua filosofia, e buona governance. Ogni progetto, idea, processo viene valutato da una commissione che misura l'impatto sulla felicità interna lorda: diminuzione della mortalità, soddisfazione al lavoro, buona politica, qualità ambientale, soddisfazione familiare, benessere sociale e psicologico. Se soddisfatti buona parte dei requisiti, allora può essere realizzato.

Dall'altra parte del mondo Gunter Pauli, studia sistemi di produzione alternativi. «Ho sempre cercato un modello di sviluppo sostenibile di larga scala accessibile a tutti». Negli ultimi anni è divenuto famoso per la teoria della blue economy, un sistema di produzione basato unicamente sulle risorse disponibili localmente, dove ogni scarto di produzione viene riusato o riciclato. «Usa quello che hai è il mio motto», spiega. Tra gli ammiratori, Ashok Khosla, presidente del Club di Roma, che descrive la blue economy come «un modello di produzione che si basa sul fondamento che ogni cosa che viene presa dalla madre terra ad essa viene restituita». A giugno 2011 Felicità interna lorda e blue economy si sono incontrate. In una sala tra le mura silenti del resort TermaLinca di Thimphu, capitale del Bhutan, Gunther Pauli ha riunito circa un centinaio tra dignitari governativi, inventori, businessman e venture capitalist locali e stranieri. Ma fin dal nome s'intuisce che la storia è ben diversa dal classico "business meeting". Qua all'incontro, dal titolo Felicità e competitività, per la prima volta si cerca un'alternativa di larga scala al Pil, senza trascurare ricchezza e progresso.

«Oggi poniamo le fondamenta di paradigma di uno sviluppo sostenibile olistico che ci permetta la modernizzazione senza compromettere la nostra cultura e il nostro ambiente», annuncia il primo ministro bhutanese, Jigme Yoser Thinley «che aumenterà la qualità della vita del nostro popolo e inspirerà il mondo». L'obiettivo, secondo Pauli, è «differenziare l'economia bhutanese, schiacciata tra i due colossi Cina e India, e mostrare l'efficacia del modello di blue economy su larga scala». Audace.

Primo passo di questa sinergia è la creazione di un Fondo per la Felicità Interna Lorda da 100 milioni di euro per lo sviluppo di progetti di blue economy, incentrati sull'eco-sostenibilità. Il piano, ideato da Pauli, è complesso e intricato: si parte dall'eliminare le borse di plastica impiegando scarti agricoli provenienti dal grano saraceno. Le tecnologie per raffinare la bioplastica saranno messe a disposizione dalla compagnia italiana Novamont, che sta valutando la fattibilità del progetto. Questo aumenterà la produzione locale di grano saraceno biologico (messo in vendita con il fantastico brand "GNH"), dato che gli agricoltori avranno un doppio ricavo (dai grani e dagli scarti) e saranno più concorrenziali sul mercato. Il packaging sarà fatto con sistemi di riciclo della carta in loco, limitando così anche l'abbattimento delle foreste che potranno essere protette e scambiate per carbon credit. A loro volta gli scarti forestali potrebbero essere usati per produrre biocarburanti, mantenendo allo stesso tempo il sottobosco pulito, ma senza alterare l'habitat di molte specie protette come le tigri. Nessuno scarto, massima efficienza.

Tra gli investimenti, anche progetti di energie rinnovabili di nuova generazione. Come ad esempio la tecnologia francese di "Wind-it", un sistema di turbine verticali installate sui tralicci dell'alta tensione. Oppure i pannelli Solarus, che combinano riscaldamento e generazione di energia grazie a una pellicola che condensa l'energia. L'idea più folle? Produrre energia impiegando le bandiere di preghiera buddiste, diffusissime nel Paese, con una tecnologia progettata dal genio Shawn Frayne. L'elettricità si genera dalle microfluttuazioni delle bandiere con un sistema chiamato Humdinger windbelts.

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