domenica 28 luglio 2013

PAKISTAN - Burka avenger: il cartone pachistano con l'eroina in burka.

Ci dev'essere qualcosa di davvero universale, nel concetto all-American del supereroe. Dopo i 99, la prima squadra di eroi in costume musulmani, è in arrivo un'eroina mascherata pakistana. Il suo costume, che sventola nero al vento mentre salta da un tetto all'altro della cittadina immaginaria di Halwapur, è un burqa. Una scelta che inverte di segno il significato di sottomissione del tradizionale abito oppressivo della condizione femminile imposto dai Talebani quando conquistarono l'Afghanistan negli anni '90. Ma in questo caso è solo un travestimento, non una celebrazione dell'abito.
Come si vede dal trailer, la serie tv in lingua Urdu - forse il primo cartone animato pakistano - avrà toni solari, affrontando però quelli che sono problemi molto seri della vita nel paese. Nella sua identità segreta, questa "Burka Avenger" è in realtà una ragazza di nome Jiya, un'insegnante dal capo rigorosamente scoperto che lotta (scagliando libri e penne come fossero batarang, le armi di Batman...) per difendere la sua scuola dai malintenzionati che la vorrebbero chiudere. "Che cosa c'entrano le donne con l'istruzione?", dice uno dei nemici di Burka Avenger "dovrebbero starsene in casa a lavare, pulire e cucinare".
La trama, spiega l'Associated Press acquista significato per un occidentale quando ci si informa e ci si rende conto che in Pakistan i Talebani hanno fatto saltare centinaia di scuole, aggredendo attivisti nel Nord-Ovest proprio per contrastare l'istruzione delle ragazze. E arrivando a tentare di uccidere con un colpo in testa l'attivista quindicenne Malala Yousafzai.
A condire il cartone animato le canzoni dei più famosi cantanti pop pakistani, come Aaron Haroon Rashid, l'ideatore di questa serie - che diventerà presto anche un gioco per l'iPhone - il quale ci tiene a sottolineare l'importanza dell'istruzione femminile, e della non-discriminazione, in un paese dove i militanti islamici aggrediscono abitudinariamente le minoranze religiose.
Curioso è infine un dettaglio riportato dall'AP: a finanziare l'impresa contribuisce un donatore estero, che preferisce restare anonimo. E anche questo, in fondo, suona molto all-American.

http://www.huffingtonpost.it/2013/07/28/burka-avenger_n_3666536.html?utm_hp_ref=italia-diritti

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