martedì 11 marzo 2014

AFGHANISTAN - Un'agenda in sette punti per i diritti umani.



In vista delle elezioni del 5 aprile, Amnesty International ha inviato a tutti i candidati alla presidenza dell'Afghanistan un'agenda sui diritti umani in cui chiede che questi non siano messi in un angolo bensì siano al centro dei programmi e della loro attuazione.

"È indubbio che negli ultimi decenni siano stati fatti passi avanti in materia di diritti umani, ma per milioni di persone in Afghanistan le prospettive sono ancora cupe. Le violazioni collegate a conflitto e un agghiacciante livello di violenza contro le donne e le bambine sono solo due delle questioni che dovranno essere affrontate dalla prossima presidenza" - ha dichiarato Horia Mosadiq, ricercatrice di Amnesty International sull'Afghanistan.

"I candidati non possono permettersi di trattare quella dei diritti umani come una questione di secondo piano. Continuare a barattarli per conseguire obiettivi di breve periodo non farà altro, dopo il 2014, che portare indietro anziché avanti il paese" - ha proseguito Mosadiq.

In Afghanistan persiste una pressoché totale impunità per le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra del passato. Molti di coloro che si candidano alla presidenza o alla vicepresidenza del paese sono seriamente indiziati di complicità in quei crimini.
"Le perdite civili sono ancora elevate e degli omicidi illegali quasi nessuno viene chiamato a rispondere. Temiamo fortemente che questo periodo di campagna elettorale sarà particolarmente sanguinoso, con vendette contro chi criticherà i candidati e coloro che li votano. Il governo afgano e i suoi alleati internazionali devono fare il massimo sforzo per proteggere i cittadini che intenderanno esprimere le loro opinioni politiche" - ha sottolineato Mosadiq.

L'agenda di Amnesty International presenta raccomandazioni pratiche su come migliorare la situazione dei diritti umani in sette aree cruciali:
  • adempiere agli obblighi internazionali sui diritti umani;
  • garantire che i presunti autori di crimini di guerra, appartenenti alle forze afgane e a quelle internazionali, siano chiamati a risponderne;
  • proteggere i diritti delle donne e delle bambine;prevenire gli sfollamenti interni e reagire a quelli in atto;
  • porre fine all'impunità per le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra del passato;
  • garantire la libertà d'espressione;abolire la pena di morte.

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