sabato 16 febbraio 2013

India, altri quattro prigionieri rischiano l'esecuzione.

Amnesty International ha sollecitato le autorità indiane a non procedere all'esecuzione di quattro prigionieri, la cui domanda di grazia è stata respinta il 13 febbraio 2013 dal presidente Pranab Mikherjee, pochi giorni dopo l'impiccagione di Afzal Guru, la seconda dal novembre 2012 dopo una pausa di otto anni.

Gnanprakasham, Simon, Meesekar Madaiah and Bilavendran sono stati condannati inizialmente all'ergastolo per un attentato dinamitardo che nel 1993 aveva ucciso 22 persone e ne ferì decine di altri, tra cui alcuni agenti di polizia che stavano per arrestare il noto contrabbandiere di legno di sandalo Veerappan. In appello, la sentenza era stata trasformata in condanna a morte.

"Dato l'attuale clima politico e le due recenti esecuzioni, vi è il concreto rischio che questi quattro uomini siano impiccati in tempi brevi" - ha dichiarato G. Ananthapadmanabhan, direttore esecutivo di Amnesty International India.

Dal novembre 2012, le autorità indiane rifiutano di rendere note tutte le informazioni sui motivi che hanno portato a respingere le domande di grazia e sulle date fissate per l'esecuzione. In uno dei due casi, la famiglia interessata è venuta a saperlo dopo.

"Questa nuova prassi di eseguire le condanne a morte in segreto, senza avvisare i familiari, è profondamente preoccupante. L'India deve istituire immediatamente una moratoria sulle esecuzioni, come primo passo verso l'abolizione della pena capitale" - ha concluso G. Ananthapadmanabhan.

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