domenica 3 febbraio 2013

PAKISTAN - Malala candidata al Nobel per la Pace.


Malala

Membri del Parlamento norvegese appartenenti al Partito laburista al governo hanno ufficialmente presentato la candidatura di Malala Yousufzai, la giovane attivista per i diritti umani pachistana gravemente ferita alla testa in ottobre dai talebani, per il Premio Nobel per la Pace 2013. Lo scrive l'agenzia di stampa pachistana APP.
L'iniziativa, riferisce la pagina web dei laburisti norvegesi, è stata firmata dai deputati Fredy de Ruiter, Gorm Kjernli e Magne Rommetveit che hanno raccomandato l'assegnazione del Nobel a Malala "per la sua coraggiosa battaglia per i diritti delle giovani all'istruzione; il suo impegno è sembrato così minaccioso alle forze estreme che hanno tentato di ucciderla".
I parlamentari hanno poi sottolineato che "lei rappresenta una giovane generazione che usa i media sociali per far circolare nel mondo il suo messaggio sui diritti delle giovani e sulla necessità che esistano pari opportunità fra i sessi". Ricoverata in un ospedale di Birmingham dove ha trascorso alcuni mesi, Malala (classe 1997) dovrà fra una settimana sottoporsi ad un nuovo intervento per la definitiva ricostruzione del cranio nello stesso ospedale britannico.
La giovanissima Malala è diventata famosa in tutto il mondo per il suo attivismo nella lotta per i diritti civili e per il diritto allo studio delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat, dove i talebani con un editto ne hanno bandito il diritto. All'età di 13 anni si è fatta conoscere per un blog, scritto per la BBC, nel quale documentava il regime, contrario ai diritti delle donne, dei talebani pakistani e la loro occupazione militare del distretto dello Swat. Inoltre, è stata nominata per l'International Children's Peace Prize, premio assegnato da KidsRights Foundation per la lotta ai diritti dei giovani ragazzi.
Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa e al collo da uomini armati saliti a bordo del suo pullman scolastico mentre tornava da scuola. Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, si è salvata dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità dell'attentato, dicendo che la ragazza "è il simbolo degli infedeli e dell'oscenità", aggiungendo che se fosse sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente attaccata.
Il coraggio di Malala mostra in concreto le potenzialità del "Girl Effect", il modo in cui potrebbe cambiare il mondo se anche nei paesi più poveri e meno rispettosi dei diritti umani le ragazze avessero la chance di "scegliersi la vita" all'età di 12 anni. Come? Studiando, non essendo obbligate al matrimonio e avendo la possibilità di vivere con consapevolezza ogni fase della vita.
 

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