domenica 28 novembre 2010

India


INDIA

1 novembre
India: Le autorità del Chhattisgarh  devono liberare immediatamente il prigioniero di coscienza Kartam Joga
Amnesty International ha seguito da vicino il caso di Kartam Joga, un attivista di etnia indigena che è stato imprigionato nello stato del Chhattisgarh, nell'India centrale. Kartam Joga, che ha 40 anni è detenuto presso la prigione del distretto di Dantewada dal 14 Septembre 2010. Amnesty International considera Kartam Joga come un Prigioniero di Coscienza. AI ritiene inoltre che le accuse rivolte a Joga sono di origine politica e rappresentano un pretesto per detenerlo a causa del suo attivismo politico che non ha mai contemplato nè l'uso nè l'istigazione alla violenza.  L'organizzazione per i diritti umani crede che le autorità dello stato del Chhattisgarh abbiano deciso di privarlo della libertà in risposta alle critiche della Corte Suprema. AI ritiene che il motivo reale della detenzione di Kartam Joga sia il suo impegno politico non violento di attivista del Partito Comunista Indiano (CPI) e membro eletto di un organo locale di autogoverno nonchè la sua attività di difesa dei diritti umani delle comunità adivasi.
 Nel 2007 Kartam Joga aveva fatto appello alla Corte Suprema Indiana denunciando le violazioni dei diritti umani nello stato del Chhattisgargh e la situazione di impunità delle forze di sicurezza e del Salwa Judum, ampiamente riconosciuto come un gruppo paramilitare sostenuto dallo stato e coinvolto in operazioni contro i gruppi maoisti armati nella regione di Bastar a partire dal 2005. Le accuse contro Joga includono la collaborazione con i Maoisti nell'imboscata e nell'omicidio di 76 agenti delle forse di Polizia (CRPF) del 6 Aprile 2010, l'assassinio di Budhram Sodi, un leader del partito di governo Bharatiya Janata Party (BJP) nel maggio del 2010, l'uccisione del padre di un ufficiale della polizia speciale legato alla CRPF nel mese di Agosto 2010 e l'attacco ad un automezzo e l'assassinio di 4 persone avvenuti il 7 Dicembre 2009.  L'arresto di Kartam Joga e le suddette accuse ai suoi danni si sono verificati dopo che la Corte Suprema Indiana ha criticato in data 31 Agosto del 2010 il governo del Chhattisgarh per essersi mostrato "totalmente vago e impreciso" nel rispondere alle numerose richieste avanzate dai due appelli inoltrati tre anni or sono per mettere fine all'impunità e alle violazioni perpretrate dal Salwa Judum e dalle forze di sicurezza impegnate nelle operazioni militari contro i gruppi maoisti armati a partire dal 2005. Il primo appello era stato presentato da Kartam Joga e da altri due attivisti del CPI mentre il secondo era stato inoltrato dalla sociologa Nandini Sundar, dallo storico Ramachandra Guha e da E.A.S. Sarma, un funzionario pubblico.
 Le accuse rivolte a Joga ed il suo arresto rappresentano un altro esempio evidente di come le autorità statali del Chhattisgarh prendano di mira coloro che a partire dal 2005 si sono costantemente impegnati  nella difesa dei diritti umani della comunità adivasi. Altri due difensori dei diritti umani nel Chhattisgarh, il dottor Binayak Sen e il cineasta TG Ajay, hanno trascorso rispettivamente due anni (dal 2007) e tre mesi (nel 2008) in prigione con l'accusa di aver collaborato con i maoisti prima di essere rilasciati su cauzione. Nel maggio del 2009, un altro difensore dei diritti umani, Himanshu Kumar e alcuni membri della sua organizzazione chiamata Vanvasi Chetna Ashram, che documentava le violazioni e gli abusi subiti dalle comunità adivasi, sono stati costretti a fuggire dall'area di Bastar in seguito alle persistenti vessazioni subite dalla polizia e dalle autorità locali.
Kartam Joga si è sottoposto a cure medice e ad una operazione chirurgica in seguito alle ferite riportate durante un pestaggio attuato ai suoi danni dai membri del Salwa Judum nel 2005. Da allora egli è stato in prima linea nella documentazione e nell'azione di denuncia di violazioni dei diritti umani ai danni della popolazione adivasi. Tra queste risutano più di 500 casi di omicidi arbitrari, episodi di violenza sessuale, stupro e incendio di villaggi delle comunità adivasi nonchè la deportazione di più di 30 000 adivasi avvenuta durante il conflitto del Chhattisgarh a partire dal 2005.

Comunicato stampa integrale in lingua inglese:
http://www.amnesty.org/en/library/asset/ASA20/031/2010/en/d7b90262-946e-4fb2-9b1e-4974cc01bc16/asa200312010en.html

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