martedì 21 giugno 2011

Due studenti di origine egiziana in Pakistan. Dichiarazione pubblica di Amnesty

DocumentO - Pakistan: IL GovernO DEVE GARANTIRE LA SICUREZZA DI DUE STUDENTI DI ORIGINE EGIZIANA IN  Pakistan
AMNESTY INTERNATIONAL
PUBLIC STATEMENT
Index: ASA 33/004/2011
Date: 8  giugno  2011

Amnesty International è profondamente preoccupata  per la sicurezza di due fratelli pakistani di origine egiziana,  che si ritiene siano stati sequestrati dalle agenzie di intelligence pakistana il mese scorso.  
I fratelli  Abdullah Mohamed El-Sharkawi,  di anni 22, e  Ibrahim,  di anni 17,  sono scomparsi rispettivamente dal  25 e dal  29 maggio. La famiglia di  Ibrahim ha scoperto il 6 giugno che Ibrahim era stato trasferito al carcere di Adiala  a  Rawalpindi, vicino la capitale Islamabad,  dall’Agenzia d’ Intelligence Federale (FIA).
Non ci sono più notizie di  Abdullah  dal giorno della sua scomparsa e non è stato accusato di nessun reato.  Amnesty International ha paura che sia vittima di sparizione forzata e che sia tenuto in detenzione segreta. In questo caso sarebbe  in grave pericolo, a rischio di tortura e altri maltrattamenti.  L’organizzazione teme che possa essere a rischio la vita stessa di  Abdullah.
Le autorità pakistane devono investigare sulla presunta  sparizione forzata di  Abdullah e rivelare immediatamente cosa gli sia capitato e dove si trovi, nel caso sia attualmente tenuto prigioniero da agenzie statali.  In questo caso dovrebbe essere rilasciato immediatamente a meno che non sia trovato colpevole di un reato che sia però riconosciuto e provato, e posto a disposizione di un tribunale indipendente.  Deve  essere tenuto in un luogo di detenzione ufficiale e riconosciuto,  deve essergli garantito l’ accesso ai suoi familiari,  agli avvocati e a un tribunale  indipendente, e deve essere protetto dalla tortura e da altri maltrattamenti.  
La sparizione forzata è un crimine  secondo il  diritto internazionale  e costituisce una seria violazione  di vari diritti umani. Viola inoltre diversi articoli della Costituzione del  Pakistan.
Secondo la loro famiglia  Abdullah e  Ibrahim non sono affiliati a nessun movimento politico.  Abdullah, studente di ingegneria nella capitale  Islamabad,  è scomparso dopo essere uscito dalla sua abitazione per andare a fare la spesa all’incirca alle  6 del pomeriggio del  25 maggio.
Il  27 maggio,  mentre stava  prendendo parte a una conferenza stampa sulla scomparsa di  Abdullah,  la madre ha detto di aver ricevuto una chiamata telefonica da  Ibrahim durante la quale le avrebbe detto che lui e i suoi fratelli stavano per essere interrogati da uomini che dicevano di essere membri della  "brigata speciale di polizia" , alla casa di famiglia ad  Attock, 90km a nord ovest di  Islamabad.

Ibrahim è scomparso da  Attock due giorni dopo, dopo essere uscito da casa la mattina per comprare qualcosa da mangiare. Un negoziante che ha detto di essere stato testimone dell’episodio ha detto che  Ibrahim è stato prelevato con la forza da molti uomini  in abiti civili che l’hanno picchiato e portato via in automobile. Il negoziante ha detto di aver visto le macchine degli assalitori parcheggiate nei pressi della casa della famiglia di Ibrahim la notte precedente.
Secondo un difensore dei diritti umani attivatosi per conto della famiglia,  le  autorità del carcere di  Adiala hanno detto che l’Agenzia Federale dell’Intelligence aveva accusato Ibrahim di residenza illegale in Pakistan  e di resistenza all’arresto. La madre di  Ibrahim ha potuto incontrare suo figlio nel carcere di  Adiala il  6 giugno e lui le ha detto di essere stato picchiato e ammanettato per un po’ di giorni e di essere stato tenuto in una cella con un uomo adulto.
In quanto diciassettenne  Ibrahim Mohamed El-Sharkawi è un minore e le autorità del  Pakistan sono legalmente obbligate  a trattarlo in conformità con le norme contenute nella Convenzione ONU  dei Diritti dei Minori, a cui il Pakistan ha aderito.  Deve essergli garantito l’accesso alla sua famiglia, agli avvocati, a una corte  civile e indipendente, deve essere protetto dalla tortura e da altri maltrattamenti durante la reclusione. In base alla  Convenzione   i minori possono essere detenuti  solo come ultima ratio e comunque per un tempo che sia il più breve possibile , inoltre i genitori devono essere informati dell’arresto e del luogo di detenzione. Inoltre i minori detenuti  devono essere  separati dai detenuti adulti.  Amnesty International  è seriamente preoccupata  del fatto che le autorità pakistane hanno tenuto  Ibrahim in detenzione segreta per nove giorni senza rivelare il suo destino e il luogo di detenzione, la qual cosa equivale in sostanza a una sparizione forzata.  
Inoltre la sezione  10  dell’Ordinanza del Sistema di Giustizia Minorile, approvata in  Pakistan nel 2000, regolamenta  l’arresto e la detenzione di minori,  e afferma il dovere di informare il tutore di un minore arrestato il più presto possibile dopo l’arresto.
Le accuse contro  Ibrahim appaiono infondate per svariate ragioni.  Il padre e la madre di Ibrahim sono cittadini Pakistani e dato che Ibrahim è nato in  Pakistan ha diritto alla cittadinanza pakistana in base alla legge pakistana.  Comunque, i minori di diciotto anni  in Pakistan non hanno diritto a carte d’identità separate da quelle dei genitori.
Nonostante questo la famiglia ha dovuto lottare anni per ottenere le carte d’identità pakistane, perchè il padre  è stato fino a non molto tempo fa in detenzione amministrativa in Egitto e  non poteva quindi viaggiare fino in  Pakistan per apporre una firma sui documenti necessari.  L’Alta corte di Peshawar  si è pronunciò a favore della famiglia nel gennaio del  2010, ordinando alle autorità competenti di emettere  per loro carte d’identità e passaporti pakistani. Ma le autorità non hanno provvedduto a procurare  alla famiglia questi documenti e questo li ha lasciati vulnerabili di fronte agli abusi.  
Il padre dei due fratelli,  Mohamed Abdel Rehim El-Sharkawi, e il loro fratello maggiore, Abdel Rahman,  sono stati entrambi torturati in Pakistan prima di essere consegnati all’Egitto , dove hanno  nuovamente subito  la tortura, rispettivamente nel 1995 e nel 2006 . Il fratello maggiore  Abdel Rahman è stato arrestato dalle agenzie d’ intelligence pakistane nel  2004  ed è stato tenuto prigioniero  14 mesi prima della rendition che l’ha portato in Egitto..
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